mercoledì 23 settembre 2015

FILIPPO VECCHIO, L'UOMO CHE VOLEVA VOLARE

Ci sono uomini potenti e/o prepotenti che, sotto il peso delle loro ottuse pretese, non riescono a innalzarsi di un centimetro dalla palude in cui sono invischiati. Uomini morti prima di morire.
Ci sono uomini, leggeri delle loro onestà e bontà, che riescono a librarsi, a volare. Uomini vivi anche dopo morti che ci piace ricordare. Fra Questi Filippo Vecchio, nostro amico e giancascese fervente. (a.s.)   
Joppolo Giancaxio, 23 ottobre, 2015


Filippo alla fontana del Voltano (foto di Carmelo Vecchio, papà di Filippo)

Concertino. Filippo (col bengio) insieme ai suoi amici  Lillo Abissi e Lillo Spataro

Alba velata su Montefamoso (foto mia)



martedì 22 settembre 2015

LA "NTINNA" OVVERO IL NOSTRO ALBERO DELLA CUCCAGNA



La “ntinna”
La Madonna del Perpetuo soccorso era rientrata dalla processione stra­carica di fiori e banconote.
Era sera e nella piazza, affollata all’inverosimile, era cominciato il giuoco della ntinna, dell’albero della cuccagna. Alla gara non si parte­cipava per il mero diletto, ma per necessità ossia per conquistare tutto quel ben di Dio che pendeva dalla sommità di un alto palo ligneo che colava sapone di Marsiglia.
Dopo il primo tentativo andato a vuoto, venne la volta di mastro Ber­nardo che tentava la scalata con una squadra di tre soci spilungoni e secchi come una cannizzola.
La folla era impaziente, rumoreggiava, fischiava, urlava, parteggiava. Sotto la balconata della residenza dell’arciprete Conti, la “musica” at­tendeva la presa della “ntinna” per intonare la marcia trionfale dei ber­saglieri e correre a casa, a cenare.
Mastro Bernardo, che era dotato di una forza bovina, abbracciò il palo e intimò ai compagni di saltargli addosso. Saltò il primo, il secondo. Il peso si faceva sentire sulle forti spalle dell’ex “ardito”. Pazienza, il terzo sicuramente avrebbe toccato la ntinna
Nell’oscurità, tra la folla, si aggirava un uomo della concorrenza il quale, temendo il successo dei suoi competitori, per fermarli gettò un mozzicone acceso di sigaretta fra pelle e camicia di mastro Bernardo che, in quel momento, era al limite del suo sforzo sovrumano.
Il poveretto capì l’antifona, la perfidia di quel colpo basso davvero di­sonesto, tuttavia cercò di resistere al calore presto di­ventato fuoco vivo che divorava il copioso vello che gli copriva le solide spalle.
Nella piazza si udì un urlo atroce, bestiale. Mastro Bernardo crollò a terra e sopra di lui i tre soci che, nel frattempo, avevano ben ripulito il palo dal sapone.
L’uomo della concorrenza si fece avanti e, in solitudine, fra gli evviva dei suoi sostenitori, conquistò la ntinna. Musica maestro!

Tratto dal mio " I giardini della nobile brigata" che potete trovare in:

http://www.lafeltrinelli.it/libri/spataro-agostino/257930

http://www.amazon.com/GIARDINI-NOBILE-BRIGATA-Italian-Edition-ebook/dp/B00JLD0AAW