mercoledì 11 marzo 2020

"PANE DURO COME IL MURO - Claudio, fotocronaca di un viaggio"-



"Fra tanta povertà, l’amore di un bambino…"

 "Alle 8,00 precise giunge l’avvocato che ci porta, con la sua auto, alla Cresc. Siamo impazienti ed emozionati. Fra qualche minuto avremmo conosciuto Claudiu, per noi già Claudio.
Ci ricevono il direttore e due sue assistenti. I soliti convenevoli, presentazioni e sorrisi. Il tempo necessario a un’infermiera per prendere il bambino e portarlo nella stanza del direttore.
Finalmente, eccolo il nostro Claudio. Il bambino piange a dirotto. Lacrime lucide gli scendono, a fiotti, sulle gote paffutelle.
Appare fortemente disturbato, come disperato per un male che lo perseguita, che non lo lascia in pace.
Jolikè lo prende in braccio, lo accarezza, ma il pianto non cessa. Per placarlo, l’infermiera consiglia di dargli dei biscotti.

                                    17 aprile 1987, alla Cresc di Bucarest
Il primo lo divora in un attimo. Poi un altro, un altro ancora. Man­gia, anzi inghiotte, in continuazione i buoni biscotti all’uovo che abbiamo portato dall’Italia. E mentre mangia non piange.
Finito il biscotto riprende a piangere. È fame o qualcos’altro?
Nonostante la sofferenza, ci fa una buona impressione. Il “ragazzo” si presenta bene: paffutello (o gonfiato?), occhi grandi castani, ca­pelluto. Però, a due anni non si regge in piedi.
Ci mostriamo preoccupati per il pianto troppo frequente e di­sperato. Il direttore (che in questo frattempo mi aveva mostrato al­cuni suoi trattati di pediatria) ci rassicura: il bambino é sano e le sue condizioni generali sono buone.
Forse, il pianto é dovuto al disagio per la crescita dei dentini.
Prendo diverse foto con Claudio. Mi colpisce questa sua voglia di mangiare che soddisfa due sue necessità: la fame e il mal di denti.
Il bimbo si appropria subito dei giocattoli che gli abbiamo portato. Con tutta la forza che ha in corpo tira la cordicella dell’elefantino cinese (tipo carillon), scruta la palla come se fosse la sfera di un veggente, esamina attentamente il pulcino e l’ochetta di cioccolata. Sembra indeciso se giocarci o mangiarseli.
Jolikè consegna alle infermiere due borsoni di vestitini, scarpette, alimenti e vitamine per il bimbo.
Il direttore vuole che si rediga, in nostra presenza, un verbale di consegna che sottoscriviamo con l’infermiera capo.
“Secondo il regolamento”, proclama. Quasi a sottolineare la serietà della ditta.
In mezzo a tali ipocriti fervori burocratici, il povero Claudio conti­nua a divorare biscotti.
Jolikè continua a carezzarlo, a fargli moine, a dargli bacetti. Ma niente: solo i biscotti riescono a placarlo.
E io a … prendere foto. Altro non posso fare, visto che il resto della comitiva parlano fra loro in rumeno. Mi sento estraneo dentro quel mondo spoglio d’affetti e povero di cibo, di giocattoli e di me­dicine e di… libertà. E dire che quel mondo poteva essere lo spec­chio del nostro futuro, anche prossimo.
In realtà, quel mondo sta girando intorno a un bimbo piangente…
Siamo all’interno di una Cresc, un’istituzione importante in Roma­nia dove vengono raccolti i piccoli ospiti, molti dei quali saranno selezionati ed educati per diventare membri della potente e spie­tata “securitate”. Giovani senza famiglia che avranno per “padre” Nicolau Ceausescu, il “conducator”, il “genio dei Carpazi” e per “madre” Elena, la first lady. La coppia terribile che si è imposses­sata del potere assoluto e pretende dai suoi cittadini “sudditi” obbe­dienza debita e adulazione smisurata.
Osservo quella piccola folla di bambini infreddoliti, malvestiti e mi sento in colpa, senza averne personalmente. Mi pesa la colpa di questo “socialismo” burocratico, statalista, autoritario che tratta gli innocenti a questo modo. Se fosse stato possibile avrei voluto portarli tutti con me, a Ioppolo Giancaxio, da dove siamo venuti, come due compagni peregrini, a cercare, fra tanta povertà, l’amore di un bambino..."

N.B: 4° libro della serie " I Gufetti" il cui testo in PDF sarà pubblicato. gratuitamente, sul sito: 
      https://libriagostinospataro.blogspot.com/2019/11/i-miei-gufetti.html