mercoledì 5 settembre 2018

NOTIZIA SULLA VILLA- CASTELLO DI JOPPOLO GIANCAXIO


 (Ricerca effettuata da Agostino Spataro, 2018)

…..stemmi Alliata entro rombi a rilievo sul prospetto, che ricordano anche le mattonelle con il monogramma bernardiniano del palazzo avito di via Bandiera. Senza soffermarsi troppo sui dettagli, si possono leggere riferimenti ricavati da un attento studio delle principali evidenze del Quattrocento palermitano, come anche dalla diffusa manualistica nazionale36 , da cui vengono tratti, alla maniera torinese, alcuni ipotetici ambienti, come la splendida camera da letto padronale con letto a baldacchino (fig. 3), che riprende negli arredi molte delle tipologie elencate nel catalogo descrittivo di Torino, ma con accenti del tutto personali frutto, ancora una volta, del sodalizio tra l’architetto Palazzotto e il cavaliere Luigi Alliata, che vi volle apporre il proprio nome indicandosi come il direttore nel 1897, a dimostrazione di quanto si identificasse con il progetto e in che misura vi tenesse37 . Si ritiene che lo stesso fenomeno di attaccamento sarebbe avvenuto nel nipote Fabrizio per l’antico palazzo, in cui quest’ultimo riversò amore, tenacia e molte risorse, in qualche modo “giustificandosi” implicitamente e lasciandone memoria tramite i motti in latino sul soffitto della Sala del Quattrocento. La villa-castello dovette così divenire una sorta di prototipo-modello per alcune famiglie aristocratiche palermitane “neofeudali”. Un altro esempio è difatti il cosiddetto “castelletto” dei Colonna di Cesarò a Joppolo Giancaxio (Agrigento), che Francesco Palazzotto realizzò nel 1894 38 per Giovanni Antonio Colonna, duca di Cesarò e signore di Joppolo, all’epoca di minore età, discendente dagli antichi fondatori del paese e figlio di Calogero Gabriele Colonna39 . Anche in quel caso si trattò di camuffare abilmente un vecchio casolare rurale connotandolo con un grosso torrione, forse su immagine del castello di Carini, con cornice di coronamento guelfa esattamente come a villa Pietratagliata. Nel medesimo solco e sempre nell’Isola, ma fuori Palermo, sono esemplificativi anche i restauri del castello di Caccamo (Palermo), perpetrati dal principe di Galati Giuseppe de Spuches40 , il castello di Donnafugata a Ragusa, degli Arezzo41 , e il castello di Falconara a Butera (Caltanissetta) che apparteneva ai Chiaramonte Bordonaro, congiunti di Luigi Alliata42 . Non meno importante, e sintomatico del diffuso clima comune a molte famiglie aristocratiche cittadine, fu il coevo contributo del mobiliere, artista, decoratore e antiquario Andrea Onufrio (1828-1908) cui si deve una molto interessante produzione, del tutto originale, di mobili neomedievali rivestiti in osso (simulante l’avorio) ove sono continui rimandi storici alla genealogia della corona normanna e alle radici della storia della “Nazione Siciliana”....


da "Palazzo Termine Pietratagliata tra tardogotico e neostili : archivi, cantieri, protagonisti a Palermo " di  Massimiliano Marafon Pecoraro, Pierfrancesco Palazzotto, Maurizio Vesco ; presentazione di Maria Concetta Di Natale ; fotografie di Alberto Forte
Editore: Flaccovio, Palermo, 2013.